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      E li denti suoi grandi mai non li buttano se non per morte. Ed è animale che non offende l'uomo se l'uomo non offende lui, e l'offender dell'elefante verso l'uomo è che, aggiungendo, li dà della sua tromba lunga del muso (che gli ha a modo di naso lunghissimo, e la retira e slunga come ei vuole) una sí gran botta di sotto in suso, che butta l'uomo alle fiate quasi un trar di balestra. E non è uomo sí veloce che lo elefante non lo aggiunga alla campagna, andando solamente lo elefante di veloce passo, per molto corridor che sia l'uomo, perché per la sua grandezza fa un passo grandissimo. E sono molto pericolosi quando hanno figliuoli piú che d'altro tempo, e non fanno piú di tre in quattro per volta; e mangiano foglie di arbori e frutti, quali rompono zoso con li rami grandi con quella sua tromba del muso, con la qual raccogliono la vivanda in bocca, perché la è tutta d'un callo grossissimo. Di altri animali non ne ho avuto informazione, salvo dei sopradetti.
     
     
      Degli uccelli de detto paese, e come vi sono diverse maniere di pappagalli, e della loro industria nel fare e' suoi nidi.
     
      Uccelli in queste parti vi sono di diverse sorti, e massime pappagalli in gran numero, i quali vanno volando per tutto il paese: e li Negri li vogliono gran male, perché fanno danno ne' suoi campi alli megli e alli legumi. E ve ne sono, come dicono, di molte maniere, ma io non ne viddi salvo di due sorti: l'una è come quelli che vengono d'Alessandria, ma pareno un poco piú piccoli; l'altra sono molto piú grandi, e hanno il collo berrettino con la testa, becco e piedi, e il corpo zallo e verde.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





Negri Alessandria