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      E navigando pervenimmo alla bocca d'un altro fiume grande, il qual mostrava non esser meno del detto rio de Senega. E vedendo questo bel fiume, parendone il paese bellissimo e copioso di arbori fina su la marina, mettemmo ferro e deliberammo di voler mandare in terra uno delli nostri turcimanni, perché cadauno delli nostri navilii aveva turcimanni negri, menati con noi di Portogallo, qual furon venduti per quelli signori di Senega a' primi Portogallesi che vennero a scoprire il detto paese de' Negri. Questi schiavi erano fatti cristiani e sapevano ben la lingua spagnuola, e li avevamo avuti dalli suoi padroni con patto di darli per suo stipendio e soldo una testa per uno, a cernirla in tutto il nostro monte; e dando cadauno di questi turcimanni quattro schiavi alli padroni suoi, loro gli lascian franchi. E buttata la sorte a chi toccasse mettere il suo turcimanno in terra, toccò al gentiluomo genovese, onde armata la sua barca mandò il turciman fuora, con ordine che la barca non si accostasse a terra, salvo tanto quanto potesse mettere fuori il detto turcimanno, al qual fu commesso che 'l se informasse della condizione del paese e sotto qual signore era, e che intendesse se 'l si trovava oro over altre cose al nostro proposito. Onde, essendo smontato in terra e tiratasi la barca un poco a largo, subito li vennon incontra molti Negri del paese, i quali, avendo veduti i navilii approssimarsi alla marina, con archi, saette e arme stavano imboscati per aggiungere alcuno di noi in terra.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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