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      La risposta sua fu che pel passato di noi aveano avuto qualche notizia e del nostro praticare con li Negri di Senega, i quali non potevano esser salvo che cattivi uomini in voler nostra amistà, perché loro tenivano per fermo che noi cristiani mangiavamo carne umana, e che non comperiamo gli Negri salvo che per mangiarli; e che per questo non volevano nostra amistà per alcun modo, ma che volevano ammazzar tutti, e dapoi delle cose fariano un presente al suo signore, qual dicevano esser lontano tre giornate; e che quello era il paese di Gambra e quella era fiumara grossa, dicendone il nome, il quale non mi ricordo. E in questo stante il vento rinfrescò, e vedendo noi il suo mal volere facemmo vela sopra di loro, i quali avedutosi del fatto fuggirono alla via di terra, e cosí compimmo con loro la nostra guerra.
      Dapoi seguito questo, ne consigliammo fra noi principali di chi era il governo di navilii di andare piú sopra il detto fiume al meno fina miglia cento, se tanto potevamo andar, sperando pur di trovar miglior gente; ma i nostri marinari, che erano desiderosi di ritornare alle loro case, senza piú voler provare di mettersi a pericolo, tutti d'accordo cominciorono a cridare, dicendo che a tal cosa non volevano consentire e che bastava quello che aveano fatto per quel viaggio. Onde, vedendo noi il suo voler unito, convenimmo consentire per manco scandalo, perché sono uomini molto di testa e ostinati. E cosí il giorno seguente partimmo de lí tenendo la volta di Capo Verde, per ritornar col nome di Dio in Spagna.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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