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      Per la qual cosa spaventati subitamente facemmo vela, e in alto mare trascorsi a lungo per ispazio di quattro giornate, vedevamo di notte la terra piena di fiamme e nel mezo un fuoco altissimo, maggiore di tutti gli altri, il qual pareva che toccasse le stelle: ma questo poi di giorno si vedeva che era un monte altissimo, chiamato Teonochema, cioè Carro degli Dei.
      Ma avendo poi per tre giornate navigato presso dei rivi infocati, giugnemmo in un colfo che si chiama Notuceras, cioè corno di Ostro, nella intima parte del quale vi era una isola simile alla prima, che aveva una palude, e in essa vi era un'altra isola piena di uomini salvatichi, e le femmine erano assai piú, le quali avevano i corpi tutti pelosi e da gl'interpreti nostri erano chiamate gorgone. Noi, avendo perseguitato degli uomini, non ne potemmo prender niuno, percioché tutti fuggiron via in alcuni precipizii e con le pietre facevano difesa; ma delle femmine ne pigliammo tre, le quali, mordendo e graffiando quei che le menavano, non gli volevano seguitare: onde essi avendole ammazzate, le scorticammo e le pelli portammo a Cartagine, percioché, essendoci mancate le vettovaglie, non navigammo piú innanzi.
     
     
      Discorso sopra la navigazione di Annone cartaginese, fatto per un pilotto portoghese.
     
     
      Questa navigazione di Annon cartaginese è una delle piú antiche delle quali si abbia notizia, e fu molto celebrata dalli scrittori cosí greci come latini, e Pompeio Mella e Plinio ne fanno menzione nelli lor libri. Né si trova scrittor piú antico che narri cosí particularmente della costa dell'Africa verso ponente, della qual Pomponio scrivendo dice queste parole: «Fu già dubbio se oltra l'Africa si ritrovasse mare, overo se quella parte del mondo si estendesse in infinito infruttuosa e sterile, benché Annone cartaginese, mandato dalla sua republica a scoprire e a considerare tutta la costa dell'Africa, essendo uscito dallo stretto di Gibralterra e avendo navigato grandissima parte di quella, ritornando a Cartagine dica che non vi era mancato mare da navigar, ma vettovaglie da mantener le ciurme».


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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