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      Ma né anche questi sono bastanti per asciugarlo, e però li lavoratori di zucchero hanno pensato un modo per asciugarlo, qual è questo. Fanno un coperto alto di tavole, come qui da noi una tezza di villa, tutto serrato diligentemente di sopra e dalle bande, senza finestre, con la porta sola; e in quello vi fanno poi un palco alto da terra sei piedi, con travi lontani un dall'altro 4 piedi, e sopra quelli vanno distendendo tavole, nelle quali vi collocano li pani di zucchero. Sotto veramente detto palco vi mettono alcuni pezzi di arbori grossi secchi, quali affocati non fanno fiamma né fummo, ma si vanno consumando a modo di carboni: e in questo modo asciugano li zuccheri come in una stufa, li quali tengono in luochi tutti serrati con tavole, che non vi entra punto l'aere. E come vengono le navi subito gli vendono, perché se li volessero tenir due anni o tre, se liquefariano.
     
     
      Come a' mercadanti che vengono ad abitar in questa isola è assegnato per il fattor del re,
      per via di comperar per buon mercato, tanto terreno quanto possono far coltivare.
      E come l'igname radice è fondamento del viver de' mori.
     
      Di questa isola non sono ancora li duoi terzi disboscadi, over ridotti a cultura di zuccheri; ma come vi viene ad abitar alcun mercatante di Spagna, di Portogallo, over di cadauna altra nazione, per il fattor del re li è assignato, per via di compreda per buon mercato, tanto terreno quanto li pare che l'abbi modo di poter far coltivare. Costui subito compra tanti negri con le sue negre e quelli mette a lavorar il terreno, cioè a disboscarlo e dapoi abbruciarlo per piantarvi la canna de' zuccheri.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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