Pagina (743/1094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Tutte le dette navi, quando sono davanti alla detta città, stanno in secco nel fango, che ve le mettono quando il mare è alto, a causa di star piú sicure dal vento e dal mare, per non vi esser buon porto. Il mare cresce e scema ogni sei ore come di qua, e alle volte si trovano qui entro 500 e 700 navi, che è gran cosa.
      La cannella vale in detta città un peso, che sono cantari cinque di qui, ducati X in XII il piú alto prezzo, cioè saraffi, e nell'isole dove si raccoglie non vale sei; e cosí il pepe e' garofani altrotanto; il gengevo la metà manco; la lacca non vale quasi niente, e ve n'è tanta che molti la cargano per savorna delle navi; il simil è il verzino, che ve ne son i boschi: e non voglion in pagamento se non oro o argento e coralli. Mercanzie di qua stimano poco, salvo panno di lino, che credo vi saria buona mercanzia, perché li marinari vendettero alcune camicie molto bene a baratto di specie, posto che vi siano tele molto fine e bianche, le quali debbono venire dal Cairo. Vi è la dogana come di qui, e d'entrata pagano 5 per cento. Gioie hanno portate poche, e non cosa che vaglia, perché in vero non avevano oro né argento per comprarle, posto che dicano che vi sono care. E similmente sono le perle, e mia openion è che sian a buon mercato, ma quelle che i Portogallesi viddero eran in mano di quelli mercanti mori, che volevano vender l'uno quattro, come sogliono sempre fare. Pure hanno portat'alcuni balassi e zaffiri, e certi rubinetti e granate. Dicono ch'il capitano ne porta delle ricche: egli levò li suoi argenti e li vendé per gioie.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





Cairo Portogallesi