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      Il bestiame dell'isola, come vede tornar le dette barche, subito se ne va tutto alla marina a bere in quelle barche. E in altro luogo non si pescano perle se non nella detta isola, la qual è di qua da Calicut ben leghe 300. È abitata da gentili; gran conto fanno delle vacche e de' buoi e quasi gli adorano, e chi ne mangiasse uno o una lo farebbono morire per giustizia. Della isola Taprobana, della quale Plinio scrisse sí largamente, non sa dir altro, perché ella debbe esser in pelago molto da largo alla terra ferma.
      In Calicut è un tempio, che chi v'entra certi dí della settimana, come saria a dir di mercordí davanti mezogiorno, gli vien grandissima paura per le apparenzie diaboliche che si veggono: e cosí afferma questo giudeo pilotto esser vero e certissimo, e che in detto tempio in un certo giorno dell'anno vi si accendono alcune lampade, le quali fanno apparer molte cose difformi dalla natura. E appresso afferma che navigano in quelli mari senza bussolo, ma con certi quadranti di legno, che pare difficil cosa, e massime quando fa nuvolo, che non possono vedere le stelle. Hanno certe ancore molto piccole, e non so come se l'adoprino; li timoni delle navi si tengono legati con corde, e sono piú lunghi che le stelle delle navi tre palmi. Tutte le navi di que' paesi si fanno in Calicut, perché vi sono molti boschi, né in altro luogo vi è legname.
      E le principal mercanzie che sono buone per quelli paesi sono coralli, rami lavorati in caldari e piastre, tartaro, occhiali (ve sono certi paesi che un paro di occhiali vale un prezzo grande), telarie grosse, vini, olio, broccati pochi, e cosí boccassini e altri panni, che questo giudeo ha dato gran lume ad ogni cosa.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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