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      La detta armata non aveva alcuno che intendesse la lingua loro, e visto cosí quelli del battello ritornorono dal capitano, e in questo stando si fece notte, nella qual notte si fece gran fortuna. Il dí seguente la mattina si levò la detta armata con un gran temporale, scorrendo la costa per la tramontana (il vento era da sirocco) per veder se trovavamo alcun porto da redursi e sorgere. Finalmente ne trovammo uno, dove gettammo l'ancore, e vedemmo di questi uomini medesimi che andavano nelle loro barchette pescando; e uno di nostri battelli fu dove stavano e ne pigliò duoi, li quali menò al capitano per sapere che gente erano: e come è detto, non s'intendevano per favella, né manco per cenni. E quella notte il capitano gli ritenne con lui; il dí sequente li mandò in terra con una camicia e uno vestito e una berretta rossa, per li quali vestimenti restorono molto contenti, e maravigliosi delle cose che li furono mostrate.
     
     
      Come gli uomini di quella terra cominciorono a trattar con quelli dell'armata; della qualità di detti uomini e delle lor case; e di certi pesci molto differenti dai nostri.
     
      In quel dí medesimo, ch'era l'ottava di Pasqua, a' XXVI aprile, determinò il capitano maggiore di udir messa e mandò a drizzar una tenda in quella spiaggia, sotto la qual fu drizzato uno altare; e tutte le genti della armata andorono ad udir messa e la predica, dove si trovorono molti di quelli uomini, ballando e cantando co' suoi corni. E subito come fu detta la messa, tutti ritornorono a nave, e quelli uomini della terra intravano in mare fino sotto le braccia, cantando e faccendo piacere e festa.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





Pasqua