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      Item alli 16 del mese di zugno avemmo vista di terra di Arabia e sorgemmo, e gionti in terra pigliammo del pesce assai. Questa terra è molto populata e in essa vedemmo di molta gente: e allora levammo ancora e andavamo di lungo per riviera con buon vento e tempo, vedendo detta terra molto fruttifera, con molti gran fiumi e molti animali, di modo che tutto era ben abitato. E venimmo avanti Cefalla, che è una mina d'oro, trovandola gionta con due isole, dove stavano due navi de Mori, che venivano da detta mina con l'oro e andavano a Melinde. E come quelli delle dette due navi ebbero viste le nostre, cominciarono a fuggire e gittoronsi tutti al mare, lanciato prima tutto l'oro al mare che aveano, a causa che noi non glielo togliessemo. E il nostro capitano mandò a farsi venir avanti il capitan moro, essendo già tolte per noi le dette due navi, e gli cominciò a dimandare di che luoco era: e gli rispose che era moro, cugino del re di Melinde, e che le navi erano sue e che veniva da Cefalla con quello oro, e che con lui menava sua moglie, e volendo fuggire in terra s'era annegata, e similmente uno suo figliuolo. Il capitano dell'armata nostra, quando seppe che egli era cugino del re di Melinde (il qual re avemo per nostro grande amico), gli rincrebbe molto, feceli molto onore e mandolli a donar le sue due navi, con tutto l'oro che tolto gli avea. Il capitano moro domandò al capitano nostro se l'aveva con seco alcuno incantatore, che traesse fuori quell'oro che aveano gittato al mare; il capitano nostro li rispose che noi eravamo cristiani e che fra noi non si costuma tal cosa.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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