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      Il detto re gli rispose che gli era molto contento e che il dí sequente s'abboccheria con lui, volendo dismontare in terra; Alfonso Furtado gli rispose che 'l capitano avea comandamento dal suo re di non dismontare in terra, e volendo lui, che parleriano in li battelli. E cosí restorono d'accordo per l'altro giorno. E l'altro dí il capitano si messe in ordine con tutta la sua gente, e la nave e battelli con bandiere fuora, e suoi toldi e la artegliaria in ordine. Il re della detta terra mandò ancora lui a mettere in ordine le sue almadie, cioè battelli, con molta festa e suoni al modo loro, e il capitano li suoi trombetti e piffari. E se viddero l'un l'altro, e aggiugnendo l'uno all'altro, le bombarde delle navi furono preste con suoi fuochi e sparorono, per lo qual sparare fu il rumore tanto grande che 'l detto re restò con tutta la sua gente stupefatto e spaurito. Dipoi stettono in ragionamento assai, e presa licenzia l'uno dall'altro, il capitano si ritornò alla nave. E l'altro giorno tornò a mandare Alfonso Furtado in terra per cominciare a contrattare, il quale trovò il re molto fuora del proposito che prima era stato col capitano, scusandosi che non aveva bisogno di nostra mercanzia; e pareva al detto re che noi fossimo corsari. E cosí con questo si ritornò Alfonso Furtado al capitano. Dimorati in quel luoco duoi o tre giorni, mai per diligenzia che usassimo potemmo far nulla: e in quel tempo che noi stemmo lí, non feceno altra cosa che mandar gente da terra ferma all'isola, dubitando che noi non la pigliassemo per forza.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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