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      E cosí navigando, quando fummo appresso la detta terra furon tante le fortune che ci dettono, e con esse il tempo contrario, che, stando a vista di essa ben quattro giorni, mai ci lasciò el mal tempo pigliar terra, di modo che fummo forzati di tornare alla nostra navigazione vera e lassare la detta Serra.
      E navigando di qui al suduest, ch'è il vento fra mezzodí e garbino, quando fummo navigati ben 300 leghe per la grandezza di questo mare, stando di già oltra la linea equinoziale vers'ostro 3 gradi, si discoperse una terra, che potevamo esser lontani allora da essa 22 leghe, della quale si maravigliammo: e trovammo ch'era un'isola nel mezzo del mare, ed era molto alta cosa e ben maravigliosa della natura, perché non era piú che due leghe di longo e una di largo, la qual isola mai non fu abitata da genta alcuna. E fu mala isola per tutta l'armata, perché saprà V.S. che, per el mal consiglio e reggimento del nostro capitano maggior, si perse qui la sua nave, perché dette con essa in un scoglio e si aperse, la notte di san Lorenzo, che è adí dieci d'agosto, e se ne andò a fondi, non salvandosi di essa cosa alcuna se non la gente: era nave di 300 tonelli, nella quale andava tutta l'importanza dell'armata. E come l'armata tutta travagliasse in rimediarli, el capitano mi comandò ch'io andassi con la mia nave alla detta isola a cercare un buon surgidore, dove potessino surgere tutte le navi; e perché il mio battello, armato con nove mei marinari, era in servigio e aiuto di alleggerir la nave, non volse che lo levassi e ch'io fussi senz'esso, dicendomi che me lo leverebbono all'isola.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





Serra Lorenzo