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      E fatta nostra provisione, ci partimmo per el vento fra mezzodí e libeccio, perché tenevamo un ordine del re, che ne comandava che qualunque delle navi si perdesse, o dell'armata o del suo capitano, drizzasse el suo cammino verso la terra scoperta al viaggio passato. E cosí navigati a detta terra, discoprimmo un porto, che gli mettemmo nome la Baia di Tutti e' Santi; e piacque a Dio di darne tanto buon tempo che in dicessette giorni fummo a pigliar terra in esso, ch'era distante dall'isola ben 300 leghe, dove non trovammo né il nostro capitano né nessun'altra nave dell'armata: nel qual porto aspettammo ben due mesi e quattro giorni. E visto che non veniva ricapito alcuno, deliberammo la conserva e io correr la costa, e navigammo piú innanzi 260 leghe, tanto che giongemmo in un porto dove accordammo far una fortezza, e la facemmo e lasciammo in essa ventiquattro uomini cristiani, che aveva la mia conserva raccolti della nave capitana che s'era perduta. Nel qual porto stemmo cinque mesi in far la fortezza e caricare nostre navi di verzino, perché non potevamo andare piú innanzi, per cagion che non tenevamo genti e ne mancavan molti apparecchi.
      Fatto tutto questo, accordammo di tornare a Portogallo, che ei stava per el vento fra greco e tramontana, e lassamo li ventiquattro uomini nella fortezza, con mantenimento per sei mesi e dodeci bombarde e molt'altre arme; e pacificamo tutta la gente di terra, della quale non s'è fatto menzione in questo viaggio, non perché non vedessimo e praticassemo con infinita gente di essa, perché fossimo in terra dentro ben 30 uomini 40 leghe, dove viddi tante cose che per molti rispetti le lascio di dire, riservandole alle mie 4 giornate.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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