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      Non hanno né tempii né religione, né meno adorano idoli. Che piú? Hanno una scelerata libertà di vivere, la quale piú tosto si conviene agli epicuri che agli stoici. Non fanno mercanzia alcuna, non conoscono moneta; nondimeno sono in discordia tra loro e combattono crudelmente, ma senza ordine alcuno. I vecchi ne' parlamenti muovono i giovani e gli tirano nella loro openione ovunque lor piace, e gl'infiammano alla guerra, nella quale uccidono gli nimici: e se gli vincono e rompono, gli mangiano e reputano che sia cibo gratissimo. Si cibano di carne umana, di maniera che il padre mangia il figliuolo e all'incontro il figliuolo il padre, secondo che a caso e per sorte aviene. Io viddi un certo uomo sceleratissimo, che si vantava e si teneva a non piccola gloria di aver mangiato piú di trecento uomini. Viddi anche una certa città, nella quale io dimorai forse ventisette giorni, dove le carni umane, avendole salate, erano appiccate alli travi, sí come noi alli travi di cucina appicchiamo le carni di cinghiale secche al sole o al fumo, e massimamente salsiccie e altre simil cose: anzi si maravigliavano grandemente che noi non mangiassimo della carne de' nimici, le quali dicono muovere appetito ed esser di maraviglioso sapore, e le lodano come cibi soavi e delicati. Non hanno arme alcuna se non archi e saette, co' quali ferendosi combattono crudelissimamente, come quei che nudi si affrontano, e si feriscono non altramente che animali bruti. Noi ci sforzammo assai volte di volergli tirar nella nostra openione, e gli ammonivamo spesso che pur finalmente si volessero rimuover da cosí vituperosi costumi, come da cosa abominevole: i quali molte fiate ci promisero di rimanersi da simil crudeltà.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094