Pagina (822/1094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E quelli della nave Iulia, che non manco paura ebbeno, anzi molto piú, perché nella loro nave entravano molti colpi di mare, feciono loro ancora molti boti. E ancora che nella nostra nave entrassino molti colpi di mare, non ci mettemmo in tanto pericolo come loro, perché la nostra nave era miglior mariniera che niuna dell'altre. E adí 9 ditto, in mercoledí, si fe' bonaccia, in modo che tutti ponemmo li vestimenti al sole ad asciugare, non ostante che poco caldo rendeva e scarsamente ci riscaldava, perché, oltra all'esser molli da molti colpi di mare, molto piú molli eramo per la pioggia. E adí XI ditto, che fu in venerdí, il mare tornò al suo empito, e poco in questo dí parlò l'una nave con l'altra, e accordami di tenere nostro cammino al levante. E alli 12 e 13 dí, che noi facemmo 450 leghe dal Capo di Buona Speranza al corso di levante e ponente, trovammo che il mare mostrava molti segni di terra, cioè limo e battele e lupi marini, e molte maniere di uccelli bianchi e grandi, e altre maniere di uccelli piccoli come stornelli, ma erano bianchi nel petto. E giudicammo tutti che queste cose fussero d'alcuna isola per ancora non trovata da' cristiani, la quale fusse quivi presso, perché di terra ferma non potevano esser, perché era molto di lungi di quivi. E tanto che noi fummo dall'altra banda della linea equinoziale, trovammo che 'l sole e la luna andavano contrarii al corso che fanno in Ispagna, cioè che in queste parti e da quivi innanzi si leva il sole a greco e ponsi a ponente e quarta di libeccio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





Iulia Capo Buona Speranza Ispagna