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      E come giugnemmo, di presente vennono a noi certi Mori di riputazione e portoronci una lettera segnata dall'ammirante, che comandava a qualsivogli nave di Portogallo che venissino a quel porto che non facessino male o danno alcuno a quelli dell'isola, perché aveva capitolato e fatto pace e amistà co' detti Mori; che ci faceva a sapere che quivi aveva spalmate 5 navi, e che quivi non tardassimo e che andassimo dietro a lui alla via di Quilloa, e non lo trovando lí andassimo Amiadiva, e di quivi fino a tanto che lo trovassimo, e che andassimo di dí e non di notte: e per detta lettera si mostrava ch'erano XI dí che partí di quivi. E nel fin di detta lettera era scritto di mano di Stefano da Gama, capitano della nave chiamata Fior del mare, e contava come lui colle altre due navi partirono di quivi adí 18 detto, che si mostrava che quattro dí innanzi s'eran partiti de lí. E noi stemmo in detto luogo fino adí 26 detto, e per noi medesimi ci fornimmo d'acqua e di legne quanto ne volemmo. E' Mori di detta terra venivano sicuramente alle nostre navi e con loro facevamo alcun partito d'oro e di perle, e andavamo sicuri per le terre, e da loro ci fu fatto grande onore.
      Stando noi alla detta isola, ne fu detto che vennono alla capitana certi Mori onorati abitanti in detta isola, a far motto all'ammirante, a' quali per allora si domandò assai de la casa della mina di Ceffalla. E quelli, in presenzia d'assai genti che quivi erano, risposono che ora donde veniva l'oro avevano per certo che v'era gran guerra, e che per tal causa non veniva punto d'oro alla mina, e che quando vi fosse pace, si può trarre di detta mina due miliona di mitigali d'oro: e ciascuno mitigalo vale un ducato e un terzo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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