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      E quel Moro andò a legare il detto cavo, e l'ammirante li dette la vita e donollo a Iuam da Vero; e avea con seco 50 e tanti saraffi d'oro, e raccontava il gran tesoro che restò in detta nave, il qual gettorono tutto in mare; e diceva che avevano ancora in nave molta vettovaglia, e che tutto aveano nelle ghiare di mele e di olio, nelle quali aveano nascosto molto oro e argento e gioie, e che, come viddeno che non volevamo perdonar loro la vita, tutte le ghiare dov'era tesoro gittorono in mare. E vedemmo alcuna volta nel combattere alcuno, ferito di qualche freccia, trarla fuori e con mano ritrarla a noi, e tornare a combattere, che non pareva sentisseno ferite. E cosí, doppo tanti combattimenti, l'ammirante fece abbruciare la detta nave con gli uomini che sopra si trovorono, molto crudelmente e senza pietà alcuna.
      Doppo questo, la nave San Paulo trovò quattro gran navi e dette loro la caccia, e loro si fuggiron verso terra: e tre d'esse entrarono in un fiume, e l'altra a chi davano la caccia si gittò tanto a terra che la incagliò in secco; e gionti si afferroron con essa, la qual era tanto a terra ch'altro rimedio non avevano. Li nostri, per non andar in terra, fecero dar fondo a una ancora in mare, e perché già la nave de' Mori andava a traverso, e per non li tenir la detta ancora, essendo il mar grosso e il vento forzoso, si disferrorono da essa per non andare a traverso con lei. Come i Mori si viddero sul principio afferrati, si gittorono in mare, de' quali se ne salvò qualche uno con la barca di detta nave, e assai di loro morirono in mare; e la nave si disfaceva a poco a poco per forza dell'onde del mare.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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