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      Noi eravamo molto appresso loro e vedevamo bene il tutto. E quella notte vegghiammo tutti, pel gran romore che si faceva in terra, e per li canti che facevano sopra li corpi di quelli impiccati, che 'l mare aveva gittati fuori; e tutta quella notte non restorono, con candele e lanterne, andar rassettando le loro stanze, con paura che noi non andassimo a metter fuoco nella città.
      E come fu dí, l'altra mattina, ch'eravamo adí 2 novembre, per comandamento dell'ammirante tutte le navi cominciorono a trarre alla città con l'artegliaria grossa: e non voleva si traesse di notte, salvo se loro non avessino tratto a noi. E li piú colpi di questo secondo dí che si trassono furono alti alle case de' signori e gran maestri, che stavano molto dentro alla città, però che le case ch'erano presso al mare erano già tutte guaste, e non vi era in esse se non gente di poco conto, e le piú erano spopolate. Vedemmo molte volte levarsi della città gran popolo, di dove davano le nostre ballotte. Cominciorono a trarre le nostre navi all'alba questo secondo dí, e durorono fino a mezzodí, dove trassono piú di 400 colpi di bombarde grosse: erano 16 navi con le due carovelle, e alcuna traeva con dieci bombarde, e molte d'esse passarono 35 e 40 colpi. Questo dí non trassono a noi se non pochi colpi, o per non aver polvere, o perché vedevano non ci far alcun male; e da qui innanzi le navi s'allargorono e tiroronsi appresso l'altre quattro, ch'erano restate a largo. E questo fatto, l'ammirante fece dipartire per tutte le navi esse noci e mele che trovorono nel zambuco, e come fu voto lo fece menar presso alla città e mettervi dentro fuoco, qual fu bene acceso; e stando tutte le navi surte e tutti a cena, vedemmo venire dalla città dieci o dodeci almadie, che venivano o per menarlo via o per tagliar uno cavo con che era legato, a fine che la corrente lo menasse a terra.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094