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      E partimmoci cominciando ad entrar nel detto golfo, la qual traversita è di 800 leghe o piú: e navigando ben quindeci giorni per detto golfo, trovammo le navi di nostra conserva, ecetta la nave Caterina ditta di sopra, la quale era sommersa con la fortuna. E insieme facemmo gran festa, raccontando ciascuno la fortuna occorsa, e seguendo nostra navigazione per detto golfo paurosamente, perché in detto golfo sono ventiquattro migliaia di isole, e se si errasse el dritto canale, se daria in terra in dette isole. E se in detto golfo ventassino tutte le sorti de venti, come in questi nostri mari soffiano, nessuna nave si salvarebbe; ma perché el tempo che noi passiamo detto golfo sempre il vento è prospero e uno solo, perché come dico non ventano altri venti che ponente e levante. E quando noi siamo quasi all'uscir del canale, i segnali che noi abbiamo, come a tutti è notorio, sono questi: prima troviamo acque bianche, come cosa presso di terra (tuttavolta non resta che non sia discosta la terra a noi notoria leghe 150 o piú); e dipoi troviamo l'acqua del mare piena di serpi, le quali, in tanta abbondanza quanta dir si può, sono sottili e lunghe a regione, e vanno col capo fuor dell'acqua; il terzo segno e ultimo sono granchi rossi, non molto grossi. Quando questi segni troviamo, sappiamo che siamo presso a terra a 70 leghe.
      E di quindi al nostro cammino trovammo il monte Deli, prima terra d'India, chiamata principio di Melibari cosí chiamato. E di qui fummo a Cananor, e pigliammo rinfrescamento per recreazione di tante fatiche e fortune sopportate: e fu adí XI di settembre, e quivi comperammo quelle mercanzie che trovammo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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