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      Questa città è posta alli lidi del mare, ed è sottoposta ad uno signor moro, ed è terra molto fruttifera e buona ad usanza de' cristiani. Quivi sono buonissime uve e persichi, fichi, cocomeri, cetri, limoni e aranci, zucche grande, melenzane, agli, cepolle, in modo che è un paradiso. Gli abitatori di questa città vanno la maggior parte nudi, e vivono pure alla moresca. Quivi è abbondanzia di carne, grano, orzo e miglio bianco, il qual chiamano dora, e di quello si fa molto buon pane. Qui stemmo tre giorni, per fin che pigliammo la vettovaglia.
     
     
      Di alcune genti chiamate Baduini.
     
      Partendoci dalla detta città di Gezan, andammo cinque giorni sempre in vista di terra, la qual restava a man manca. E vedendo alcuna terra a canto alla marina, smontammo in terra 14 persone di noi, per dimandare alcuna cosa da mangiare con li nostri danari. La risposta che ci fecero fu che cominciorono a tirar pietre con le frombole contra di noi, e questi erano certe generazioni che si chiamano Baduini, i quali erano piú di cento persone, e noi eravamo solo 14. E combattemmo con loro poco manco d'un'ora, per modo che ne rimasero di loro ventiquattro morti; gli altri si misero tutti in fuga, perché erano nudi e non aveano altre arme che queste frombole, e noi pigliammo tutto quel che potemmo, cioè galline, vitelli, buoi e altre cose da mangiare. De lí a due ore cominciò a multiplicare la turba di detta terra ferma, tanto che erano piú di seicento, e a noi fu forza di ritirarsi al navilio nostro.
     
     
      Della isola chiamata Chamaran e della bocca del mar Rosso.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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