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      E per non poterlo seguitare per li ferri ch'aveva alli piedi, pigliai la via della prigione; ma prima ch'io vi giugnessi, ei mi dette un'altra sassata ne fianchi, la qual molto piú mi dolse che la prima. E s'io avessi voluto, ben poteva schifarle tutte dua, ma per voler dar colore alla mia pazzia le volsi ricevere. E cosí entrai nella prigione subito, e con grandissime pietre mi murai dentro, dove gli stetti duoi giorni e due notte senza mangiare e senza bere, in modo che la regina e gli altri dubitavano ch'io non morissi, e fecero romper la porta. E quelli cani mi portavano certi pezzi di marmo, dicendo: «Mangia, che questo č zuccaro»; e alcuni altri mi davano certi granelli d'uva pieni di terra, e dicevano ch'era sale: e io mangiava il marmo e l'uva e ogni cosa insieme.
      Quel giorno medesimo alcuni mercanti fecero venir duoi uomini, i quali erano tenuti fra loro come sariano fra noi duoi eremiti e stavano in certe montagne, alli quali fui mostrato, e li mercanti dimandavano se loro pareva ch'io fussi santo o matto. Uno di loro diceva: «A me pare che 'l sia santo», e l'altro diceva che gli pareva ch'io fussi pazzo. E stando cosí in questa disputa piú d'un'ora, io per levarmegli davanti alzai la camicia e pisciai adosso a tutti duoi. Allora cominciorono a fuggire cridando: «Egli č matto, egli č matto e non č santo». La regina stava alla sua finestra con le sue damigelle, e vedendo questo tutte cominciorono a ridere, dicendo: «Per il gran Dio, per la testa di Maumet, costui č il miglior uomo del mondo». La mattina sequente me ne venni nella corte e trovai colui che mi dette le due sassate a dormire, e piglialo per le corna che gli avea fatto di suoi capelli, e gli messi li ginocchi sopra la bocca dello stomaco, e dettigli tanti pugni sul mostaccio che tutto pioveva sangue, in modo che lo lasciai per morto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





Dio Maumet