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      De qui partitici, andammo ad un'altra città chiamata Canonor.
     
     
      Di Canonor, città grandissima in India.
     
      Canonor è una bella e grande città, nella quale il re di Portogallo tien un fortissimo castello. Il re di questa città è assai amico del re di Portogallo, ancora che egli sia gentile. Questo Canonor è il porto dove si scaricano li cavalli che vengono dalla Persia, ed è da sapere che ogni cavallo paga venticinque ducati per gabella, e poi vanno in terra ferma alla volta di Narsinga. In questa città stanno molti mercatanti mori. E quivi non nasce grano né uva né frutto alcuno ad usanza nostra, salvo cetrioli e zucche; qui non si mangia pane, cioè per li nativi della terra, ma mangiano riso, pesce, carne e noci del paese. Quando sarà tempo, diremo della lor fede e costumi, perché vivono ad usanza di Calicut. Qui cominciano a trovarsi le speziarie, cioè pepe, zenzero, cardamomo e mirabolani e alcuna poca di cassia. Questa terra non è murata intorno; le case son triste. E qui ancora si trovano molti frutti differenti dalli nostri, e sono assai migliori, e al suo luoco dirò della loro similitudine.
      Il paese è forte da combattere, perché tutto è pieno di cave fatte per forza. Il re di questa terra fa cinquantamila Naeri, cioè gentiluomini, li quali per combattere usano spade, rotelle, lance, archi e artigliaria. E' piú vanno nudi e scalzi, con un panno intorno, senza niente in testa, salvo che quando vanno alla battaglia portano un cappelletto intorno alla testa, di color rosso, ligato con una fascia che li dà due volte intorno, e portano tutti la legatura ad un modo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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