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      Questo arbore è molto simile e fa come l'edera, che si abbraccia e va tanto in alto quanto è il legno o arbore dove si possi abbrancare. La detta pianta fa gran quantità di rami, li quali sono di duoi o di tre palmi lunghi; le foglie di questi rami sono come quelle di aranci, ma sono piú asciutte, e dal riverso sono piene di vene minute. E per ciascuno di questi rami sono cinque, sei e sette raspi lunghi un poco piú d'un dito di uomo, e sono come è l'uva passa piccola, ma piú assettati, e sono verdi com'è l'agresta. E del mese d'ottobre lo raccolgono cosí verde, e raccogliesi ancora del mese di novembre, e poi lo mettono al sole sopra certe stuore e lo lasciano al sole per tre o quattro giorni, e diventa cosí negro come si vedde quivi da noi, senza farli altra cosa. E dovete sapere che costoro non potano mai e manco zappano questo arboro che produce il pepe.
      In questo luoco ancora nasce il zenzero, il quale è una radice, e di queste tal radici alcune se ne trovano di quattro e di otto e dodeci onze l'una: quando la cavano, il piede di detta radice è cerca tre o quattro palmi lungo, ed è fatta in modo d'alcune cannuzze. E quando raccolgono detto zenzero, in quel medesimo luogo pigliano uno occhio della detta radice, che è a modo di un occhio di canna, e piantanlo in quel buco dove hanno cavata quella radice e con quella medesima terra lo cuoprano: in capo dell'anno tornano a raccoglierlo e piantanlo pure al modo predetto. Questa radice nasce in terra rossa e in monte e in piano, come nascono li mirabolani, delli quali qui se ne trova di tutte le sorti: il piede suo è a modo d'un pero mezzano e cargano a modo del pepe.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094