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      Di questi frutti se ne trova di tre sorti, e la prima sorte si chiamano ciancapalon: questi sono una cosa molto cordiale a mangiare; il color suo è un poco giallo e la scorza è molto sottile. La seconda sorte si chiama cadelapolon, e sono molto migliori degli altri; la terza sorte sono tristi. Queste due sorti sopradette sono buone a similitudine delli nostri fichi, ma sono piú perfetti. La pianta di questi frutti produce una volta e poi si secca. La detta pianta tiene sempre intorno al piede cinquanta o sessanta figliuoli, e li padroni pigliano di mano in mano di detti figliuoli e trapiantano, e in capo dell'anno produce il suo frutto. E quando tagliano li detti rami che siano troppo verdi, mettono un poco di calcina sopra li detti frutti per farli maturar presto. E di tali frutti se ne trovano d'ogni tempo dell'anno in grandissima abbondanzia, e se ne dà venti al quattrino. Similmente qui si trovano tutti li giorni dell'anno rose e fiori singularissimi, cioè bianche, rosse e gialle.
     
     
      Del piú fruttifero arboro che sia al mondo, qual è quello che fa le noci d'India,
      che si chiamano cocos.
     
      Un altro arboro vi voglio descrivere, il migliore che sia in tutto il mondo, il quale si chiama tenga ed è fatto a modo di un piede di dattalo. E di questo arboro se ne cavano molte utilità, cioè corde per navigare in mare, panni sottili, quali poi che sono tinti paiono di seta, noci per mangiare, vino, acqua, olio e zuccaro. E delle foglie che cascano, cioè quando casca alcun ramo, se ne coprono le case, e queste tengono l'acqua per mezzo l'anno.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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