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      Il mare che circonda l'isola, per la correntia grande, fa grandissimo crescer e discrescer, e al gusto è come dolce. Le stelle della nostra tramontana e molte altre che qui da noi si veggono, ivi non appareno. Sonvi altre sette isole vicine, della medesima grandezza e distanti una dall'altra equalmente, e le genti di quelle usano li medesimi costumi e le medesime leggi. E ancor che abbiano grandissima abbondanza di tutto ciò che fa di bisogno al vivere, e che la terra da se medesima lo produchi, nondimeno modestamente usano di queste delizie, amando i cibi simplici e cercando di nutrirsi quanto lor sia a bastanza. Mangiano carni e altre cose lesse e arroste; delli sapori che dalli cuochi con tanta arte sono stati trovati, e con tanta varietà preparati, del tutto ne sono ignoranti. Adorano li dei, e colui che contiene il tutto, e il sole e l'altre stelle. Pigliano pesci e uccelli d'infinite e diverse sorti; vi nascono anche spontaneamente infiniti arbori fruttiferi, e olivi e viti, dalle quali ne cavano gran copia d'olio e di vino. L'isola produce grandissimi serpenti, ma non fanno dispiacer agli uomini, ed essendo le loro carni di maravigliosa dolcezza, sono usate per cibo. Si fanno le veste d'una molle e lucente lana, cavandola di mezzo d'alcune canne, la qual mettendola insieme e tingendo con ostriche marine, fanno vestimenti di color di porpora eccellenti. Vi sono varii animali, ed essendo fuori d'ogni openione, non è facilmente creduto.
      Servano un fermo ordine di vivere, contentandosi ogni giorno d'un cibo solo, percioché un giorno è determinato a mangiar pesce, l'altro uccelli e alcune fiate animali terrestri; tal volta usano olive e altro cibo solo simplice.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094