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      Il prete che dice la messa e quei che stettero con lui all'altare, finita la communione, si ritornano all'altare, e lavano quel bacile nel quale fu posto il sacramento con l'acqua rimasa nel vaso, che dicono esser benedetta: questa acqua si getta nel calice, e quello che disse la messa la beve tutta. Fatto questo, uno dei ministri dell'altare piglia la croce e la campanella e, cominciando un piccol canto, se ne va alla porta principale, ove si disse la Epistola e l'Evangelio e ove si finí di dar la communione: e tutti quei che sono in chiesa e fuori inchinano la testa e vannosi con Dio, dicendo che questa è la benedizione, e che senza questa niuno non si può partire. Nelli giorni di sabbato, domenica e di festa, in tutte le chiese e monasteri si dà pan benedetto. La maniera che tiene questo picciolo monastero, che non ha piú di XX o XXV frati, si osserva in tutti li monasteri e chiese grandi e picciole. L'ufficio della messa (levate le processioni) è picciolo, perché la messa della settimana, subito che è cominciata, è finita.
     
     
      Come e dove fanno questa focaccia del sacramento, e di una processione che fecero, e dell'apparato con che si dice la messa, e come entrano nella chiesa.
      Cap. XII.
     
      Il modo col quale si fa la sopra detta focaccia è questo. La casa dove la fanno, in tutte le chiese e monasteri, è posta (secondo che di sopra si è detto) verso la parte dove si dice l'Evangelio, fuori della chiesa e del circuito coperto, che è come claustro in tutte le chiese e monasteri; e dell'altro circuito di fuori, che non è coperto, si servono per cimiterio.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





Epistola Evangelio Dio Evangelio