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      Portavano 50 croci d'argento, picciole e mal fatte, e altritanti turribuli di rame; nel dir della messa, viddi un gran calice d'oro e un cucchiaro d'oro col quale davano la communione. E di CCC che in questo monasterio vennero, molto pochi erano quelli che io conosceva. Dimandai ad alcuni miei amici per che causa, essendo in questo monasterio cosí gran numero di frati come si diceva, non erano presenti se non pochi a tal solennità: mi risposero che ancora era maggior numero di quel che si pensavano, per essere sparsi in altri monasteri, chiese e fiere, a guadagnarsi il lor vivere infin che sono giovani, perché nel monasterio non si possono mantenere se non con la loro industria, e quando son vecchi che non possono caminare, vengono a morire in questo monasterio. In questo giorno viddi vestire l'abito a 17 giovani.
      In detto monasterio è la sepoltura d'uno abbate o vero provinciale che si chiamava Filippo, e le sue opere di santità furono molto grandi, perché dicono che si trovava un re Prete Ianni, che ordinò che non si dovesse guardare il sabbato in tutti li suoi regni e signorie, e questo Filippo andò immediate a trovarlo con li suoi frati e con molti libri, e gli mostrò come Dio aveva ordinato che si guardasse il sabbato, e chi non lo guardava fusse lapidato. Costui disputò questa cosa avanti tutti li frati d'Etiopia, e fu laudato avanti il re: e per questo dicono che esso è santo, e gli fanno ogni anno nel mese di luglio una festa, la quale chiamano tascar di Filippo, che vuol dire il testamento o memoria di Filippo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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