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      La gente di questa terra temeva per questo assai, dicendo: «Questo leone ha cominciato a mangiare della carne umana, farà del male assai, che non gli scamperà dinanzi alcuno»; pur, laudato Dio, non si è sentito che abbia fatto altro. E noi altri, in questo medesimo tempo, andavamo spesso a caccia molto vicini a questo luogo, né mai trovammo leone alcuno; trovammo bene pantere, leonze e tigri, alle quali non facevamo male, né esse a noi.
     
     
      Della signoria e dominio di Barnagasso, e delli signori e capitani che stanno sotto di lui, e del tributo che egli paga con li suoi capitani al Prete Ianni ogni anno.
      Cap. XXIV.
     
      La signoria di Barnagasso è in questo modo: il suo titolo è nome di re, perché nagas vuol dir re e bar vuol dir mare, e cosí Barnagasso vuol dir «re del mare»; e quando gli danno tal signoria gliela danno con la corona d'oro in testa, e si dà secondo la volontà del Prete Ianni e dura quanto gli piace, perché al tempo che vi eravamo, per sei anni continui, ho veduto quattro Barnagassi. Quando arrivammo, vi era Barnagasso Dori, e costui morí di sua morte; la corona del quale fu data al suo figliuolo Bulla, fanciullo di X o XII anni, il quale, fatto Barnagasso, subito fu chiamato alla corte del Prete Ianni, il quale lo privò della signoria e la donò a un nobil signore, che si chiamava arraz Anubiata. Costui la tenne duoi anni, e poi gli fu tolta, e fatto il maggior signore della corte, che si dimanda nella lor lingua bettude; e la signoria del Barnagasso la dette a un altro signore che si chiamava Adibi, molto gentil persona, il quale ora è Barnagasso.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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