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      E non voglio restar di narrar quello che ho veduto tre volte, e la prima nel luogo di Barua, dove già eravamo stati per tre anni, e quivi molte volte sentivamo dire: il tal paese, il tal reame è stato destrutto dalle cavallette. E noi stando in questa terra vedemmo il segnal del sole, e l'ombra della terra tutta gialla, e che la gente era pel dolore mezzo morta. Nell'altro giorno fu cosa incredibile il numero di tali animali che venne, che a nostro giudicio copriva da XXIIII miglia di paese, secondo che dapoi sapemmo. Essendo giunto questo flagello, li preti di questo luogo mi vennero a trovare, pregandomi che gli desse qualche rimedio per cacciarle via; e io gli risposi ch'io non li sapeva dir altro, se non che pregassino Dio divotamente che le dovesse cacciar del paese. E io andai dall'ambasciadore e dissigli che saria forse buona cosa di far processione, pregando Dio che liberasse il paese, e che lui per sua misericordia forse ci esaudiria. Piacque questo molto all'ambasciadore, e l'altro giorno facemmo congregar le genti della terra e tutti i preti, e presa la pietra sacrata e la croce secondo l'usanza loro, tutti noi Portoghesi cantammo le letanie, e a quelli della terra ordinai che gridassero come noi, dicendo in loro linguaggio: «Zio marina, Christos», che vuol dire: «Signor Dio, abbi misericordia di noi». E con questo nostro gridare camminammo per una campagna dove erano campi di formento per ispazio di un miglio, per fino a un picciol monticello, e quivi feci pigliare assai di quelle cavallette e gli feci una scongiurazione, la quale portavo meco scritta, che in quella notte l'avevo fatta, con richiederle e ammonirle e scommunicarle, dicendo che in termine di tre ore cominciassero a camminar verso il mare, o vero verso terra di mori o montagne deserte, e lasciassero stare i cristiani; e non lo faccendo, chiamavo e invocavo gli uccelli del cielo, gli animali della terra e tutte le tempeste, che dissipassero, distruggessero e mangiassero li lor corpi: e per questo effetto feci pigliare una quantità di cavallette, e feci questa ammonizione a quelle presenti in nome di quelle e delle absenti, e cosí le lasciai andare dando loro libertà. Piacque a Dio d'esaudire noi peccatori, perché, dando noi la volta per ritornar a casa, ne erano tante dietro a noi che pareva che ci volessero romper la testa e le spalle, tanto ci percotevano, che parevano botte di sassi e di bastoni: e da questa banda si andava verso il mare.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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