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      Subito vedemmo nascere una gran differenzia fra questi e quelli che ne avevano accompagnati, perciò che quei di Tigremahon dicevano che non erano obligati a pigliar la robba se non passato il fiume, gli altri dicevano che non erano obligati a portarla se non alla ripa del fiume appresso l'acqua. E cosí stati in questa contesa, perché la fiumara era assai grossa, s'accordorno tutti insieme di traghiettare la detta robba, e che questo non fusse in pregiudicio d'alcuno, ma che fusse in libertà della giustizia: e cosí passammo la fiumara con le robbe. Camminavano costoro con la robba tanto gagliardamente che non gli potevamo tener dietro con mule. Per quel poco del giorno che ci era restato, camminammo per montagne asprissime, e vedemmo in piú bande porci salvatichi, che passavano 50 per squadra, pernici infinite e altre sorti d'uccelli di diversi colori, bellissimi da vedere, che coprivano la terra e gli arbori: e ci fu detto che in questi luoghi erano d'ogni sorte animali rapaci, e non può essere altramente, secondo che dimostravano le montagne terribili. La notte dormimmo fuori alla campagna, fra luoghi circondati da gente e da molti fuochi, dicendo che ciò facevano per paura delle fiere. E subito quivi trovammo gran differenzia nelle genti e nella terra e negli arbori, come anco nella qualità del paese e nel traffico degli abitanti. E quivi cominciammo ad entrare fra certi monti altissimi e acuti, che parevano che toccassero il cielo, e a rispetto della loro altezza da piede giravano poco spazio, ed erano posti tutti in uno ordine misuratamente, e sono divisi l'uno dall'altro e distendonsi per un grande spazio di paese.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





Tigremahon