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      In questo luogo ogni martedí è mercato, e vi si porta ogni sorte di mercanzia che si possa nominare, e vi concorre infinitissima gente da ogni banda.
     
     
      Come in questo luogo arrivò il frate e subito partimmo verso un luogo che si chiama Dofarso; e della sorte di pane che in quello mangiano, e del vino che beveno.
      Cap XLVII.
     
      Stando noi nella terra di Manadeli, scordati del frate, venne nova come egli veniva con mule e camelli per portar la robba; e alcuni delli nostri gli andorno incontro per riceverlo con assai allegrezza e, scordati del primo incontro, subito che egli giunse ci partimmo, e andammo la sera lontani di quivi due miglia, a un betenegus che è edificato in una montagna. Il giorno seguente arrivammo a una terra grande che ha da mille fuochi, abitata da cristiani, la quale è chiamata Dofarso; e vi è una chiesa nella quale vi sono piú di cento tra preti e frati, e altretante monache, le quali non hanno monastero, ma stanno nelle case come laiche: eccetto che li frati stanno divisi da sua posta, in due corti separata l'una dall'altra, nelle quali sono molte casette di poco valore. Ed è tanto grande il numero di questi preti, frati e monache, che gli altri laici non possono stare nella chiesa: però avanti la chiesa hanno posto una tenda di seta dove communicano li laici, e quivi fanno quelle solennità che non possono fare in chiesa, di sonare con li lor tamburi e cembali tanto che si dà la communione. Due notti che quivi dormimmo, le monache vennero a lavarne li piedi, e dapoi lavati bevevano di quell'acqua, lavandosi similmente con quella il viso, dicendo che eravamo cristiani santi di Gierusalem.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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