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      Ne rispose che non ne menaria piú fuori di strada e che verrebbe con noi.
      Il martedí, smontati da questa sommità di monti, venimmo su la strada dove era la nostra robba, appresso a una chiesa intitolata la Nostra Donna, tutta circondata di ombre di bellissimi e alti alberi: e quivi ci riposammo sul mezzogiorno per il caldo. La qual chiesa ha assai preti e frati e monache, ed è governata dalli preti; e il luogo si dimanda Corcora D'Angote, a differenzia di un'altra Corcora di Tigremahon, e ogni mercordí si fa quivi un grandissimo mercato. Apresso questa chiesa lasciammo una parte delli camelli con parte della robba, perché ormai erano stanchi per il pessimo cammino, e noi a gran fatica passammo la sera una montagna molto alta, che qualche volta ci bisognò andare a piedi, e tal volta con li piedi e con le mani per terra carponi. E passato questo mal cammino, nella sommità del monte trovammo alcuni altri monti e colli, che fanno delle valli dove corrono fiumicelli: ma fra gli altri ve n'è un molto grande, pieno da un canto e dall'altro di pascoli e di terre da seminare, nelle quali tutto il tempo dell'anno si semina e si raccoglie d'ogni semenza, perché, ogni volta che di quivi poi passammo, trovammo formento allora seminato e altro già nato, e altro in erba, e altro spicato, e altro maturo e segato; e quello ch'io dico del formento, è il medesimo di tutte le altre sorti di biade e legumi. In questa terra non vi sono condotte acque per adacquarla, perché da sé è abondante e quasi come palude; e tutte le terre che sono come questa, overo che si ponno adacquare, fanno il medesimo frutto come questa, cioè che in tutti li mesi dell'anno si semina e raccoglie.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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