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      Tornando ora al nostro viaggio, partimmo dalla chiesa e fiera d'Ancona e, andati da 9 miglia, arrivammo a certe ville con la nostra robba, nelle quali non volsero alloggiarne, dicendo che erano luoghi della madre del Prete Ianni, che non obedivano ad alcuno se non a lei; e volsero bastonare il frate che ci guidava: batterono bene un suo servitore. E quivi lasciata la robba, andammo ad alloggiare a un luogo detto Ingabela, che è grande e di buone case, e posto sopra una collina, in mezzo di una campagna tutta circondata di monti, alle radici delle quali vi sono tanti luoghi abitati che in altro luogo non ne ho veduto piú. Vi sono ancora infinite fontane e fiumicelli, che corrono da una parte e dall'altra e adacquano gran parte del paese, il quale si dimanda Olaby: e quivi essendo, viddi che si edificava una bellissima chiesa. Trovammo grandissima abondanza di galline, delle quali ne averemmo potuto avere a cambio di pochi grani di pevere infinite, tanto poco stimano le galline e tanto conto facevano del pevere; vi erano limoni, cedri e aranci infiniti. Stemmo quivi il sabbato e la domenica, nella quale ne assaltarono le tigri, e non potemmo tanto difenderci che ne mangiorno un asino. Il lunedí, che fu alli XI di settembre, ritornammo dove avevamo lasciata la robba, e quelli che non ci avevano voluti alloggiare ci fecero buona ciera e carezze, e ne diedero da cena. Il giorno seguente poi andammo al nostro viaggio da nove miglia, e quivi dormimmo la sera senza la nostra robba, e la mattina tornammo adietro e facemmo nove miglia di viaggio diritto, strada e montuosa e piena di valli e di montagne, le quali attraversano e paiono essere attaccate insieme.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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