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      E cosí camminammo il giorno seguente per simili campagne, e dormimmo appresso d'alcune villette. Il mercore seguente trovammo miglior paese seminato di frumenti e d'orzi, cioč che si vedevano che in alcuni di detti campi le biade erano mature, altre erano tagliate e altre parevano seminate di nuovo. Chiamasi questa terra Tahagun, ed č molto popolata di grandi abitazioni e d'infinite mandrie d'ogni sorte d'animali, cioč vacche, cavalli, muli e pecore. Si trovavano in questi paesi molti ammalati di febbre, alli quali intendemmo che non facevano alcun rimedio, attendendo solamente che la natura gli aiutasse: e se ad alcun duol la testa, lo salassano dal capo; se gli duole il petto, coste o spalle, gli danno il fuoco, come si fa agli animali; alle febri non sanno fare alcun rimedio.
      In mercoredí cominciammo a vedere con grande allegrezza da lungi il campo e padiglioni del Prete Ianni, che parevano infiniti e che coprisseno tutte le campagne, e quivi dormimmo. Il giovedí non facemmo troppo cammino; a mezzodí poi il venere riposammo per il sabbato e per la domenica in un piccolo luogo dove era una chiesa nuova, che non era ancora stata dipinta, perché dipingono tutte le chiese, e non con troppo ricchi lavori: e chiamasi Auriata, che vuol dire degli Apostoli, e si diceva esser del re, fino alle tende del quale potevano esser da tre miglia, e da questo luogo alla chiesa un miglio e mezzo, appresso la quale era alloggiato l'abuna Marco, ch'č il suo grande patriarca. In questi duoi giorni che qui riposammo ci vennero a trovare tre marinari, che fuggirono quando ci partimmo dalla nostra armata nel porto di Mazua, ed era giŕ un mese che stavano in la corte: la venuta de' quali dispiacque molto al frate che ne conduceva, perché diceva non esser usanza di questo paese, quando la gente forestiera vi veniva, di poter parlare con alcun'altra persona fino che non parlavano col re; e cosí turbato se ne tornň alle sue tende.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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