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      E passando la seconda entrata, cominciarono a fare un altro cantare, cioè: «Caphan, hyam, caynha, afrangues, abeton», che vuol dire: «Li franchi che ne comandasti quivi li meno, signore». E questo dissero altretante volte come le prime di sopra, e aspettavano la risposta di dentro, che fu al modo della prima. E cosí di pausa in pausa arrivammo a un letto over mastabè, avanti del quale stavano molte torcie accese, che nella prima entrata vedemmo, e le contammo 80 per banda, molto in ordinanza: e acciò non si uscisse fuor di schiera, coloro che le tenevano avevano avanti di sé alcune canne in mano molto lunghe, attraversate all'altezza del petto, e dette torcie tutte stavano ugualmente. Questo letto era posto dentro l'entrata di una gran casa terrena, che di sopra abbiamo detto, la qual è fabricata sopra colonne molto grosse di cipresso: li suoi volti posti sopra le colonne erano dipinti d'alcuni belli colori, e di sopra vi erano tavole che discendevano fino a basso a livello; la coperta del colmo è d'erba del paese, che dicono durare la vita d'un uomo. Nell'entrata della casa, cioè nella testa, erano state acconcie cinque cortine che venivano avanti al detto letto, e quella che stava nel mezzo era di broccato d'oro e l'altre di seta fina. Davanti di queste cortine, nel piano era posto un grande e ricco tappeto, e appresso duo panni grandi di bombagio, pelosi come tappeti, che loro chiamano basutos. Tutto il resto erano stuore dipinte, di sorte che niente nel piano si vedeva; e cosí stava da un capo e dall'altro il tutto pieno di torcie accese, come avevamo veduto l'altre di fuori.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307