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      Rispose l'ambasciadore che ci faremmo le spese con molto oro e argento e panni che portavamo con noi, datici dal re di Portogallo. E cosí, sopra queste dimande, l'ambasciadore gli richiese licenza e la sua espedizione per partirsi; subito a questo venne risposta che non avessimo paura, che presto ce ne andaremmo. Disse l'ambasciadore: «Che paura potemo noi avere, stando avanti di sua Altezza e nella sua corte, e in questi regni dove tutti sono cristiani?» E con questo ne licenziò.
      Il giorno seguente mandò a dimandarne le spade che noi avevamo, per vederle di nuovo; l'ambasciadore gliele mandò dicendogli che dovesse tenerle, che lo riceveria in grazia grande. Venne subito risposta, se egli le pigliasse, che diria il re di Portogallo, che egli avesse levato le spade alli suoi che ne hanno bisogno. L'ambasciadore gli mandò a dire che sua Altezza le pigliasse, perché nella India si trovavano nelle fortezze molte spade, e che il re averia gran piacere che sua Altezza si servisse delle armi delli suoi vasalli: nondimeno con questa risposta non le volse tenere, ma le rimandò indietro, e ne fece far molte proposte e risposte che se pretermettono.
     
     
      Come il Prete mandò certi cavalli all'ambasciadore accioché scaramucciassino alla nostra guisa, e di un calice che gli mandò con alcune dimande.
      Cap. LXXX.
     
      Alli XII di novembre ne mandò il Prete cinque cavalli molto grandi e belli alla nostra tenda, dicendo all'ambasciadore che venisse egli con quattro altri sopradetti cavalli a scaramucciare davanti la sua tenda.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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