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      Poi prese un libro in mano e in quello lesse un gran pezzo, tenendo una piccola croce di ferro in mano, faccendo con essa molti segni di croce sopra tutti costoro. Finito questo, un prete uscí fuori della porta con un libro e lesse come sarebbe a dire l'Epistola o 'l Vangelo, e subito l'abuna disse la messa, la qual non fu piú lunga di quello che si direbbe tre volte il salmo del Miserere mei Deus. E subito communicò tutti questi preti, che erano 2356, tutti da messa, perché questi da messa gli fanno separatamente, e li cherichi da per sé un altro giorno: e mi disse lo abuna che li cherichi erano ordinati infino a diacono, come era santo Stefano. Viddi però poi far cherichi e preti insieme tutti in un giorno, e questo molte volte, perché egli ne ordinava e faceva molto spesso, e sempre gran numero, perché vengono a lui di tutti li regni e signoria del Prete, per non esservi altri che gli possa ordinare. Non sono posti in matricola, né portano carta alcuna di fede o certezza della loro ordinazione, e perché ho detto il numero 2356, io non li annoverai, ma mi disse cosí colui che ebbe il carico di contargli, e penso che mi dicesse la verità. Delli cherichi io dirò quello che viddi.
     
     
      Come il Prete m'interrogò della cerimonia di questi ordini sacri, e come io fui a veder fare gli ordini minori, che chiamano zagonari, cioè cherichi.
      Cap. XCVII.
     
      Nel giorno seguente, che fu alli 9 di gennaio, mi mandò a chiamare il Prete, dove giunto, subito mi fece dire che egli aveva inteso che io era stato a veder fare li suoi preti, e quello che mi pareva.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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