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      Il suo principio fu che nacque nella terra di Coviglian, del regno di Portogallo, ed essendo garzone andò in Castiglia e si pose al servizio di don Alfonso, duca di Siviglia; e cominciata la guerra fra Portogallo e Castigliani, se ne ritornò a casa con don Giovanni di Gusmam, fratello del detto duca, il qual lo mise a stare in casa del re Alfonso di Portogallo, che per lo valor suo lo fece subito uomo d'arme: e fu sempre in detta guerra, e fuori anco in Francia. Morto il re Alfonso, egli restò a guardia del re don Giovanni suo figliuolo, fin al tempo delli tradimenti, che egli lo volse mandare in Castiglia, per saper molto ben parlar castigliano, acciò che egli spiasse quali erano quelli gentiluomini de' suoi ch'andavano ivi praticando. E ritornato di Castiglia fu mandato in Barbaria, dove stette un tempo e imparò la lingua araba, e fu poi mandato a far pace con il re di Trimisem, e ritornato di nuovo fu mandato al re Amoli Belagegi, il qual restituí l'ossa dell'infante don Fernando. Nel suo ritorno trovò che, desiderando il re don Giovanni che le sue caravelle trovassero le speziarie a qualche modo, aveva deliberato mandar per via di terra persone che scoprissero quello che si poteva fare, ed era stato eletto a questa impresa Alfonso di Paiva, abitante in Castel Bianco, omo molto pratico e che sapeva parlar ben arabo. E come fu giunto, il re Giovanni lo chiamò e secretamente gli disse che, conosciuto sempre leale e fidel servitore e affezionato al ben di sua Maestà, sapendo la lingua araba, aveva pensato di mandarlo con un altro compagno a discoprire e sapere dove era il Prete Ianni, e se egli confinava sopra il mare, e dove nasceva il pepe e la cannella e altre sorti di speziarie che erano portate nella città di Venezia delle terre de' Mori, conciosiaché, avendovi mandato per questo effetto uno di casa di Monterio e un frate Antonio da Lisbona maggior di porta di ferro, non avevano potuto passar la città di Gierusalem, dicendo che era impossibile di fare questo cammino non sapendo la lingua araba; e per tanto, sapendola egli molto bene, lo pregava a pigliare questa impresa, di fargli cosí singular servigio, promettendogli rimunerarlo di sorte che egli saria grande nel suo regno e tutti li suoi viveriano sempre contenti.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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