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      E sopra questo avendo tutti noi fatto insieme consiglio, l'ambasciadore ne dimandò quello che ne pareria si dovesse fare; io gli risposi per gli altri compagni, perché sapeva la lor fantasia, e dissi che, poiché il Prete ne faceva intendere che lo trovava innocente, noi non dovevamo farlo colpevole, perché, faccendo contra di lui alcuna cosa, ci terrebbeno per uomini crudeli e senza pietà, e liberandolo il Prete l'averia caro, e cosí tutti gli altri dissero il medesimo. Ma l'ambasciadore disse che non era di questo parere e che voleva tenerlo per ischiavo: subito gli fece mettere i ferri ai piedi e catene alle mani, ma non lo tenne dieci giorni che 'l Moro si fuggí, non ostante tutte le guardie che gli fussero fatte.
     
     
      Come duo gran gentiluomini della corte vennero a ritrovarne.
      Cap. CVII.
     
      Partendoci di questo luogo de Manadeli alla via di Barua, come è detto, noi camminammo per molti paesi e terre, e sempre Abdenago veniva con noi e il frate con Giorgio di Breu; e arrivammo a una terra chiamata Bacinette, gran terra e quasi come un capitanato, e le genti non sono cattive, ancora che avanti ci volessero lapidare, come fecero. Questo consiglio è nel capo del regno di Tigrai. Ed essendo noi quivi alloggiati, giunsero dalla corte duoi gran gentiluomini, uno dei quali si chiamava adrugaz, al quale alla nostra giunta fummo consegnati: e di lui molte fiate abbiamo fatto menzione in questo libro; dell'altro, il suo titolo era gargeta e il nome arraz Anubiata, che dipoi fu barnagasso e ora è betudete.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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