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      Come quelli signori, cioè andrugaz e gargeta, tornarono di nuovo alla corte.
      Cap. CVIII.
     
      Avendo considerato questi signori che il tempo era passato che 'l capitan maggiore doveva venir per noi, e che non ci potevano pacificare, deliberorno di condurci alla corte, e ci mettemmo a cammino tutti insieme con li franchi. E come arrivammo al luogo di Bacinete detto di sopra, dove era venuta la fama della nostra inimicizia, si messero tutti quelli del paese in arme, non ci volendo lasciar passare, e discesero da un colle tanti frati con archi e freccie e bastoni che parevano branchi di pecore, e quivi si fece una grandissima scaramuccia, e molti da una parte e l'altra furono feriti: pure noi gli ributtammo e facemmo fuggire. Li signori sopradetti, essendo noi alloggiati quivi, messero il luogo a sacco come se fusse stato di Mori, e tolser loro orzo, galline, capponi, castroni e quanto trovarono per le case. E partiti di quivi camminammo in due parti, cioè Giorgio di Breu e tutti quelli che con lui erano e il frate, e noi con l'ambasciadore e li signori andrugaz e gargeta. E arrivammo a Manadeli, ove ne ferirono gli uomini, e quivi trovammo il Moro che fuggí all'ambasciadore, il qual non aveva paura alcuna; e passato questo luogo per duo miglia scontrammo Barnagasso, che veniva dalla corte e portava ordine dal Prete di quello che i detti signori dovevano far di noi. La qual cosa volendo intendere, ci mettemmo tutti insieme in un campo lavorato sotto un grande arbore, dove questi signori furono molto ripresi dal Barnagasso per causa di questo nostro ritornar senza licenza, dicendo che andassero alla corte, ch'averiano il lor castigo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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