Pagina (371/1307)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il general digiuno di quaresima è pane e acqua, perché, ancora che alcuno volesse mangiar pesce, in quel paese non lo troveria, non vi essendo mare; nelli fiumi ve ne è grandissima quantità e buoni, ma non gli sanno pigliare, e se ne pigliano, ne pigliano poco e a instanzia de' signori grandi. Il lor mangiare communemente, come ho detto, è pane, ed essendo in quelli mesi della quaresima il tempo della maggior lor estate, cioè che non piove, e non piovendo non possono aver de' cavoli, che vogliono dell'acqua: la quale per far questo effetto potriano cavare di molte fontane che vi sono per adacquar orti e giardini, ma la lor grand'ignoranza e dappocaggine non lascia far lor cosa che buona sia. Ho ben veduto qualche monastero di frati che hanno una sorte di cavoli, che di continuo tutto l'anno vanno sfogliando. Nelle terre dove si trovano uve e pesche mangiano di quelle, perché si cominciano a maturare al fine di febraio e durano per tutto aprile, e quelli che hanno di questi stanno molto bene; ma oltra il pane mangiano generalmente una semenza che penso sia di nasturzio, e loro la chiamano canfa, e ne fanno salsa e v'immollano il pane, che è forte e abbrucia la bocca; similmente fanno di una semenza che pare di linazza pur salsa, che è chiamata tebba, e anco la fanno a modo di mostarda, detta da loro cenafriche: e di queste tre cose tutti ne mangiano di quaresima. Non mangiano latte né butiro, né beono vino d'uva né di miele, ma il general bevere è di zauna, ch'è fatto d'orzo o di miglio o di aguza, perché di ciascuna di queste semenze si fa vino da per sé, il quale al gusto è come la cervosa.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307