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      Si trovano ancora molti frati che non mangiano pane tutta la quaresima per divozione, e altri tutto l'anno e tutto il tempo della lor vita. E sopra questo voglio dire quello ch'io ho veduto.
      Andando con l'ambasciadore una volta verso la corte, in una terra che si chiama Iannamora, s'accostò con noi un frate per venir sicuro da' ladri, e camminammo insieme un mese: e per esser religioso, io lo teneva appresso di me. Conduceva seco sei o sette fraticelli, i quali andavano per ordinarsi, e portavano quattro libri da vendere: e io per fargli piacere gli faceva portare sopra una mula, ed egli alloggiava nella mia tenda. Il primo giorno io lo invitai a mangiar meco, perché già si faceva notte ed era ora di cena, ed egli si escusò di non voler mangiare. In questo mezzo vennero li fraticelli con agriones, che son erbe di quel paese, e gli dettero un bollore senza sale e senza olio o vero altra mistura, e quelli solamente mangiò senza pane e senz'altro. Della qual cosa dimandati, li detti mi dissero che egli non mangiava pane. Dubitando di questo, gli feci la guardia con diligenza di giorno e di notte, perché il giorno egli camminava a piedi accanto la mula come faria uno staffiero, e la notte dormiva allato a me, gittato in terra con l'abito suo: e sempre lo vidi mangiar erbe dette agriones e rabazas, e non ne trovando, qualche fiata pigliava della malva e ortiche e, se passavamo presso a qualche monastero, mandava a cogliere qualche erba di orto; e non ne trovando, li fraticelli gli portavano delle lenti state in molle in una zucca d'acqua, che già cominciavano a nascere, e di quelle mangiava, delle quali io ne volsi gustare, che non è possibile a dire la piú sciocca cosa al mondo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





Iannamora