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      E con questo ordine arrivammo alla chiesa di Santa Croce, ove si doveva udir l'ufficio della Resurrezione, e quivi dismontato ed entrato nella chiesa, entrò nelle sue cortine, e noi restammo alla porta, della quale uscita immediate una gran chieresia, si accompagnò con molto maggior numero ch'era di fuori e cominciarono a fare una gran processione, mettendone noi nella coda di quella, appresso le prime dignità e gradi di persone onorate. E fatta la processione, entrarono in chiesa quelli che vi poterono stare e gli altri restarono alla campagna: e ne fecero entrare ancora noi, mettendoci appresso alle cortine del Prete.
      Finita che fu la messa, e volendo cominciare a dar la communione, il Prete ne mandò a dire che noi ci apparecchiassimo per andar a dir la messa, perché già la tenda era stata ritta, e che subito egli vi verrebbe. Noi ce ne andammo con quelli che ne chiamarono, i quali ne menarono dove era una tenda nera, posta appresso quella del Prete, la quale come vedemmo nera, ci pensammo che l'avessero fatto per vituperarci, e subito l'ambasciadore mi disse: «Padre, voi farete bene a non dir messa, perché questo è stato fatto per provarne». «Né anco io, - gli risposi, - la voglio dire, andiamocene alle nostre tende». E fu questo nel fare dell'aurora. Aviati che fummo alle tende, che erano in un boschetto appresso il fiume, subito vennero duo paggi dalle rocche che erano sopra le nostre tende a chiamarci con gran fretta, dicendoci che ne dimandavano con gran fastidio. Noi eravamo d'opinione di non andarvi, pur vi andammo, e arrivati appresso la tenda del Prete, che già il sole era venuto fuori, subito ci fu dimandato di dentro per che causa noi avevamo lasciato di dir messa in cosí gran festa.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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