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      Udita questa sentenzia, noi restammo morti e ce ne andammo a dolere al Prete, il qual ne mandò a dire che andassimo all'alloggiamento e che stessimo di buona voglia, che il tutto passaria bene, e che il giorno seguente dovessimo andare a richieder la Giustizia maggiore, che egli ne daria espedizione: e con questo ci partimmo.
      Il giorno seguente fummo ad aspettarlo alla sua tenda, il qual ne ricevette con allegro volto, dicendo che egli aveva la parola del Prete per spacciarci, e che noi dovessimo andare ad aspettarlo alla sua tenda. Nondimeno noi lo volemmo pur andare ad accompagnar fino dove egli andava a parlare al Prete, dove essendo entrato e stato un poco, uscí con duo paggi che l'accompagnarono fino al luogo dove si battono gli uomini, e quivi, chiamati duo che fanno questo ufficio, lo fecero spogliare e, buttandolo col corpo in terra, gli legarono le mani a duo pali e li piedi con una correggia di cuoio stretti, che gli tenevano duo uomini. Questi ministri di giustizia stavano uno da un capo, l'altro dall'altro, battendolo molte volte e la maggior parte nel piano, e quando diceva il Prete che toccassero, la percossa arrivava fin agli ossi, e di queste n'ebbe solamente tre. Io ho veduto tre altre volte battere questa Giustizia maggiore, e in capo di due giorni tornava al suo ufficio, perché non l'hanno per cosa di vergogna, anzi dicono che il Prete gli vuol bene e che si ricorda di lui, e di quivi a un poco gli fa grazia e lo mette in signoria. Quando si batteva questa Giustizia maggiore, vi erano presenti sessanta frati tutti vestiti d'abiti nuovi, gialli secondo il lor costume.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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