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      Come intesi, signore, che voi eravate giunto nelli nostri paesi, ne ebbi grande allegrezza, e poscia, intendendo che per fretta ritornavi indrieto, ne ebbi gran dispiacere. Mi rallegrai anco intendendo che mi mandavate un vostro ambasciadore, e laudai il nome di Dio Padre e del suo Figliuolo messer Giesú Cristo, massimamente per la vostra bona fama, che da ogni canto risuona, e come volentieri avete voluto far amicizia con noi. E per tanto, secondo che intendo che è la vostra buona volontà, cosí sarete contento di adempirla, mandandone maestri che sappino lavorare oro e argento, e che sappino fare spade e arme di ferro e celate, e appresso maestri muratori da far case, e uomini che sappino allevare e piantare vigne al vostro modo e coltivar orti, e tutti quelli altri esercizii che siano migliori e piú necessarii al vivere, e similmente maestri di far lame di piombo per coprir chiese e tegole di terra per le nostre case, perché noi le coprimo con erbe, e di questi abbiamo grandissimo bisogno, e per non averli siamo sempre con dispiacere. Io ho fatto una chiesa grande che si chiama la Trinità, dove è sepolto il corpo di mio padre, perché l'anima è in man di Dio, e li suoi muri, come vi diranno li vostri ambasciadori, sono boni, e vorria coprirla piú presto che si potesse e levarle l'erba che ella ha sopra al presente: per l'amor di Dio, mandatemi di questi tali maestri, almeno dodici di ciascuna arte. Né per questo vi potranno mai mancare maestri, e se vorranno stare qui con noi staranno, e se vorranno partirsi si partiranno, e io li pagarò molto bene di tutte le lor fatiche, lasciandoli andar alla buon'ora.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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