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      Amen.
     
     
      Lettere del medesimo serenissimo David, re della Etiopia, al santissimo signor papa Clemente VII, del MDXXIII, per don Francesco Alvarez suo ambasciadore portate, della lingua abissina nella portoghese, e della portoghese nella latina e poi nella toscana tradotte.
     
      Felice e bene aventurato santo Padre, che da Dio sei fatto consecratore delle genti e tieni il seggio di san Pietro, a te sono date le chiavi del regno de' cieli, e qualunque cosa tu legarai e scioglierai sarà legata e sciolta in cielo, come Cristo disse, e Matteo cosí scrisse nel Vangelo. Io re il cui nome i leoni onorano, e per la Dio grazia Atani Tinghil, cioè incenso della Vergine, nome postomi nel battesimo, ma dopo che io presi il regale scettro mi fu posto nome David, diletto da Dio, colonna di fede, cognato della stirpe di Giuda, figlio di David, di Salamone, figliuolo della colonna di Sion, figliuolo del seme di Giacob, figliuolo delle mani di Maria, e per carnale successione figliuolo di Nahu, imperador della grande e alta Etiopia e di grandi reami, giuridizioni e terre, re di Xoa, di Caffate, di Fatigar, di Angote, di Baru e di Baaliganze, di Adea, di Vangue e di Goiame, ove nasce il Nilo, di Amarà, di Baguamedri, di Ambea, di Vaguc, di Tigremahon, di Sabaim, donde fu la regina Saba, di Barnagaes, e signor insino a Nubia, che è alli confini dell'Egitto: tutte queste provincie sono nella mia potestà, e molte altre grandi e picciole, le quali non numero, né ho espresso per nome detti regni e provincie indutto da superbia o vanagloria alcuna, ma solo perché il sommo Dio ne sia lodato, il qual per la sua singular benignità ha dato alli re miei antecessori l'imperio di tanti amplissimi regni della religione cristiana, e me poi con piú segnalata grazia fra tutti gli altri re ha voluto esaltare, accioché di continuo io fussi alli servizii della sua religione, e per questo mi ha fatto signor di Adel, e inimico di Mori e gentili che adorano gl'idoli; mando a baciare i piedi di vostra Santità, come sogliono far gli altri re cristiani fratelli miei, alli quali né di potenza né di religione sono inferiore.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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