Pagina (538/1307)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il che è primo segno del crescer suo, che poi si fa manifesto quando l'acqua istessa che prima cominciò a gonfiare discende al Caiero: il qual tempo in quanti giorno si faccia difficile è da sapere.
     
     
     
      Che nella Etiopia si fanno anco tempeste; come si generino le pioggie, nevi, tempeste; come si faccia la pioggia e tempesta insieme; come si generi la neve; che cosa sia ghiaccio, e le cose che si possono far ghiaccio; come si faccia la neve e come la tempesta, e la causa che una istessa nube pioverà e nevicherà, e il simile della tempesta.
     
      Ora resta da esequire anche quello che abbiamo promesso, se nella Etiopia si facciano nevi, il che non sapendo noi per esperienza o nostra o d'altri, ne diremo quanto parerà probabile per le ragioni. E pare che lí ci siano nevi, perciò che ivi non solo si fanno pioggie, ma si fanno anche tempeste: essendo adunque la pioggia fatta da men freddezza che la neve, e la tempesta di piú freddezza, pare che ove si fanno gli estremi si debbia anche far il mezo. Il che si può confermare per l'esempio del monte Atlante, che è vicino al tropico per gradi cinque, nel quale, come Plinio scrive, sono nevi etiam la state, per il che pare che e nelli monti libici, che sono nel medesimo parallelo, e nelli etiopici, che son vicini a questi per dieci o poco piú gradi, si possano far nevi. All'incontro pare che non ci possono esser nevi, perché la maggior distanzia che possa aver il sole dall'Etiopia non è piú di gradi quaranta: ma noi veggiamo che, a noi essendo il sole vicino per quaranta e cinquanta gradi, non solo non patisce farsi nevi, ma le fatte dissolve e liquefa.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





Caiero Etiopia Etiopia Atlante Plinio Etiopia