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      Continuando poi il detto scrittor dice che alcune stelle, che per avanti avevano vedute molto alte, parte erano nascoste e non si vedevano, e parte nascevano tanto vicine alla terra che quasi di subito poi tramontavano. Parlando di tal cosa modestamente, diciamo che non possiamo imaginarci che avendo navigato Nearco piú di trenta giorni sempre montando verso il nostro polo, che stelle potessero essere quelle che, per avanti vedute alte, allora del tutto si nascondessero, o vero che esse nascessero tanto presso alla terra che cosí tosto poi tramontassero. Il polo e l'Orsa maggiore e minore non è possibile che si possino nascondere, che ogni notte non si vedano da quei che sono in venti gradi, e maggiormente in ventiquattro o venticinque sopra l'equinoziale, né eziandio che possino nascere tanto presso alla terra che poco dopo tramontino, perché a voler vedere questi duoi effetti saria stato necessario che Nearco fosse andato con l'armata tanto avanti verso mezzodí che egli avesse passato l'equinoziale di tre o quattro gradi, e allora il nostro polo se gli saria ben nascosto, e l'altre stelle che a quello sono intorno si sarebbero levate e sorte tanto presso alla terra, che poco dopo sariano tramontate. E a questo modo si potria ben credere a questa scrittura, della quale non vogliamo mancare in questo fine di notar alcune altre parole scritte in questo viaggio da Arriano, dove, parlando delle riviere intorno al golfo Persico, dice che quella riviera che è piú oltra verso tramontana è molto fredda ed è piena di neve, e che quivi alcuni imbasciadori del mare Eussino, venuti, come scrive Nearco, per una breve via, si riscontrarono con Alessandro che cavalcava per il paese della Persia, e al quale, maravigliandosi egli di questo, essi referirono il breve cammino che avevano fatto, cosa che chi ha un poco di cognizione del sito del mar Maggiore, e quanto egli sia lontano dalla Balsara, che è il principio del golfo Persico, potrà facilmente giudicare quanto questo auttore si sia in quella ingannato, senza che noi ne diciamo altro.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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