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      All'incontro del porto vi č un'altra isola, ma disabitata, d'intorno alla quale č luogo buono da pescare, sí di ostreche come di ogni altra sorte di pesce. Questo č il termine e il fine dei popoli arbi, i quali sono in quella parte gli ultimi degl'Indiani; dipoi seguono li popoli oriti.
      Partiti dalla bocca del fiume Arbo, trascorsero la costa degli Oriti e fermaronsi nel lito di Pagale, avendo navigato da ducento stadii, appresso il quale essendovi poco fondo, furono forzati di sorgere con le ancore in mare, dove trovarono esservi buon tegnidore; e i marinari, usciti delle navi, si fornirono d'acqua. Il seguente giorno nel levar del sole si partirono, e avendo navigato stadii trecento, nel tramontar del sole giunsero a Cabana; ma, veduto il lito esser tutto sassoso e pien di secche, per tema delle navi non si accostarono, ma stettero a largo in mare sopra l'ancore. Nel detto giorno fu uno cosí aspro e crudel vento che, gonfiatosi il mare per la fortuna, fu travagliata l'armata in modo che due galere e un bergantino perirono: ma gli uomini notando si salvarono, peroché non si ruppero molto distanti dal lito. Dal qual partitisi circa la mezzanotte, giunsero a Coccala, che č discosto stadii ducento.
     
     
      Come ne' confini di Coccala Leonato, capitano d'Alessandro, vinse in battaglia i popoli oriti, e ne furono occisi seimila con tutti i lor capitani. Del torrente detto Thomaro, dove Nearco, visti quei popoli preparati per combattere, messe con mirabil modo le sue genti in ordine e furono detti popoli messi in fuga; e della natura loro, e come si servono dell'unghie in vece di coltelli.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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