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      In che modo gli Ictiofagi prendano il pesce, e come del pesce secco fanno farina, e poi pane e focaccie; e dell'ossa de' pesci usano a fabricar case, e del sale fanno olio.
     
      Di là avendo navigato stadii settecentocinquanta, si accostarono a Canate sopra il lido, nel qual vi erano alcune fosse piccole, e fatti stadii ottocento arrivarono in Trissi, ove trovarono alcune contrade piccole e povere, che dagli abitatori erano state abbandonate. E per la poca vettovaglia che trovarono, furono costretti dalla fame a mangiare i frutti delle palme selvatiche, e ammazzati sette camelli che ivi erano, e quelli fatti in pezzi, li divisero fra loro. Partironsi poi di là nel far del giorno, e avendo navigato stadii trecento, vennero a Dagasira, luogo abitato da pastori; né quivi dimorarono punto, ma navigarono tutto un giorno e una notte, né volsero fermarsi se non passavano tutta questa riviera di questi popoli mangiapesce, avendo patito infiniti travagli per la carestia delle cose necessarie: la qual navigazione è di stadii mille e cento. Né poterono accostarsi e smontar sopra il lido, perché vi erano molte secche e sprei, ma surti con le ancore stettero in mare.
      Si dice che la costa di questi popoli detti Mangiapesce è poco piú di diecimila stadii; e mangiano veramente pesce come il loro nome suona, né molti di loro si danno al pescare, né fanno barche per questo effetto, ma hanno trovato un'arte per prender quelli nel calar che fa l'acqua del mare, percioché fanno reti grandi di lunghezza di duecentocinquanta passa, di corteccie sottili di palme, le quali intorcono a modo di lino, e come la marea cala, che è per grande spazio, resta la terra che è alta scoperta e senza pesce, ma nelli luoghi bassi e profondi vi resta l'acqua grande e infinito pesce e grande e piccolo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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