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      La qual cosa udita da Alessandro, ancora che non desse fede alle parole di costui, nondimeno ebbe grande allegrezza, sí com'è il dovere. Ma doppo che furono passati li giorni che gli aveva detto della sua venuta, pensò che non fussero vere le nove dettegli, e massimamente perché molti che erano stati mandati ad incontrarlo, alcuni essendo andati un poco avanti e avendo smarrita la strada, neanco essi erano ritornati. Per il che Alessandro fece ritener costui, come quello che gli fusse venuto a dire cose false, che con vana allegrezza gli erano state dapoi di maggior dolore, il qual mostrava e nel viso e nel core.
      In questo mezzo, alcuni di quelli che erano stati mandati con cavalli e carrette a condur Nearco, lo incontrarono nella strada insieme con Archia, e cinque o sei altri con loro, i quali conduceva seco, e non lo conobbero, né Archia, tanto erano tramutati, con li capelli lunghi e la barba intricata e la faccia squalida, sordida e piena di pallidezza, presa dal travaglio del mare e dalle lunghe vigilie patite. E avendo Archia dimandato a costoro dove era Alessandro, dettegli luogo e passarono avanti. Le quai parole considerate da Archia, disse verso Nearco: «Io penso che questi uomini non vadino per questi deserti ove noi siamo se non perché sono stati mandati ad incontrarne; che veramente non ne conoscono, non è da maravigliarsi, perché abbiamo tanto patito che siamo trasformati: è molto meglio che diciamo loro chi siamo, e intender da loro ciò che vadano cercando». La qual cosa piacque a Nearco.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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